martedì 13 febbraio 2024

Chiesa-Massoneria, dopo il divieto di Papa Francesco a Milano «storico» confronto tra il Gran Maestro e l'arcivescovo Delpini

@ - Occhi puntati sul confronto Chiesa-Massoneria organizzato all'ombra del duomo di Milano. L'arcivescovo milanese, Mario Delpini e il Gran Maestro del Grande Oriente, Stefano Bisi saranno i protagonisti di una discussione aperta su un controverso rapporto che si trascina da secoli.

Papa Clemente XII, il pontefice che firmò il primo documento contro la Massoneria
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A due mesi dalla dichiarazione sulla assoluta incompatibilità per i cattolici a far parte di logge massoniche («Sul piano dottrinale l'iscrizione attiva è proibita a causa della inconciliabilità della dottrina») firmata da Papa Francesco alla fondazione dell'Ambrosianum è stato organizzato un evento definito “storico” dai massoni. Accanto a monsignor Mario Delpini ci saranno anche il presidente della Pontificia Accademia di Teologia monsignor Antonio Stagliano’ e il cardinale Francesco Coccopalmerio già presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi. Sul sito del Grande Oriente viene spiegato che si parlerà apertamente di come la Chiesa formulò la scomunica sotto il pontificato di Clemente XII fino ad arrivare ai giorni nostri. La relazione di Bisi ha per titolo: “La Massoneria tra Ratzinger e Bergoglio”.

L'ultima condanna vaticana risale al novembre scorso. Era stata sollevata da un vescovo filippino Julito Cortes piuttosto preoccupato per il continuo aumento di fedeli iscritti alla massoneria nella sua diocesi e si rivolgeva a Roma per avere indicazioni su come affrontare il fenomeno dal punto di vista pastorale. Nel corso dei secoli i pronunciamenti sono stati diversi e sempre con accezioni negative. In tutto sono circa seicento: si va dalla bolla di scomunica 'In eminenti apostolatus specula' (1738) di Clemente XII alla importante dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1983, redatta dall'allora cardinale Ratzinger e approvata da san Giovanni Paolo II.

Una dichiarazione, quest'ultima, che ribadiva «il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina e perciò l'iscrizione ad esse rimane proibita». Anche Papa Francesco si è espresso più volte con toni critici. Parlando dei tanti santi che arricchirono la vita sociale nella Torino dell'Ottocento, Bergoglio nel 2015, durante il suo viaggio piemontese, sottolineava: «In questa terra - e questo ho detto anche alla Famiglia salesiana - alla fine dell'Ottocento c'erano le condizioni più cattive per la crescita della gioventù: c'era la massoneria in pieno, anche la Chiesa non poteva fare nulla, c'erano i mangiapreti, c'erano anche i satanisti… Era uno dei momenti più brutti e dei posti più brutti della storia d'Italia. Ma se voi volete fare un bel compito a casa, andate a cercare quanti santi e quante sante sono nati in quel tempo! Perché? Perché si sono accorti che dovevano andare controcorrente rispetto a quella cultura, a quel modo di vivere».

Sempre nel 2015, sull'Avvenire, veniva pubblicata una lettera del Gran Maestro, Bisi, che sollevava le ragioni della inconciliabilità tra Chiesa e Massoneria. L'occasione per affrontare un argomento tanto scomodo era stato un convegno organizzato dal Grande Oriente d’Italia a Siracusa al quale aveva preso la parola l'allora vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò. Bisi spiegava all'Avvenire che i massoni «non devono convincere nessuno» ma di certo la «Massoneria non potrà mai e poi mai avallare dogmi e assiomi fideistici che sono lontani dalla sua ultra secolare tradizione».

Alla lettera rispondeva l'allora direttore del giornale della Cei, Marco Tarquinio che pur lodando il dialogo chiariva che restavano due visioni opposte.Se i massoni un tempo venivano scomunicati ipso facto dalla Chiesa, con il tempo il giudizio sembra essersi un po' mitigato. Nel novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle logge massoniche. L'allora prefetto Joseph Ratzinger precisava che l'iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e che li aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione. Da qui la convinzione che vi è una inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana».

Le polemiche sono poi continuate con monsignor Nunzio Galantino (all'epoca segretario della Cei) che dalle pagine di Famiglia Cristiana aveva ripetuto che «tutto ciò che da singoli o gruppi attenta al bene comune a vantaggio di pochi non può essere accettato» e condannava quei preti o quei vescovi che avevano aderito alla Libera Muratoria. Immediata fu la replica di Bisi: «Quelle del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana ci sono sembrate parole molto pesanti ed inopportune per un alto esponente del Vaticano che dovrebbe avere grande dimestichezza nel misurare il verbo con saggezza, equilibrio e estrema cautela prima di accusare in modo così eclatante e scomunicare personalmente e inutilmente la Massoneria».

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