@ - Mentre la Commissione europea si prepara alla pubblicazione della proposta di legge sui Sistemi alimentari sostenibili (Sustainable Food Systems Law – Sfs), prevista per settembre, Slow Food pubblica un nuovo documento di posizione sul tema, per condividere il proprio punto di vista sulla necessità di costruire rapidamente sistemi alimentari resilienti che garantiscano un cibo sano e sostenibile. Lo trovi riassunto in questo articolo, ma puoi leggere la versione completa qui.
L’idea di base è semplice, ma non per questo meno impegnativa: i sistemi alimentari sostenibili devono garantire a tutte e tutti la possibilità di alimentarsi in maniera sostenibile e sana. Tra i tre criteri base della sostenibilità (economica, sociale e ambientale) e i tre valori fondamentali della filosofia di Slow Food (buono, pulito e giusto) esistono numerosi punti in comune. Sono sei dimensioni profondamente interconnesse fra loro.
I sistemi alimentari sostenibili secondo Slow Food - Buoni
Sani
I sistemi alimentari sostenibili adottano un approccio One Health e contribuiscono a migliorare la salute e il benessere, poiché riconoscono che il loro obiettivo è proprio la tutela della salute.
Come?
Facilitano la possibilità di accesso a diete sane e ad adeguate informazioni su di esse e sulla qualità del cibo, offrendo opportunità educative per bambini e adulti, ma anche promuovendo metodi di produzione alimentare sostenibili che tutelino la salute del pianeta e degli animali.
Ma cosa intendiamo con diete sane? — Slow Food definisce sane quelle diete che promuovono la salute dell’uomo e allo stesso tempo rispettano quella del pianeta, privilegiando gli alimenti di origine vegetale, integrali e meno processati, prodotti localmente con metodi sostenibili.
Un altro elemento chiave per una dieta sana è il piacere: quello che ci arriva dalla riscoperta dei cinque sensi, ma anche dal gusto di consumare i pasti insieme, occasione di connessioni e scambi sociali.
Socialmente e culturalmente adeguati
I sistemi alimentari sostenibili assicurano un accesso al cibo che risponde ai bisogni socioculturali di tutte e tutti.
In parole più semplici? Un sistema alimentare è sostenibile se previene e contrasta il manifestarsi di disuguaglianze al suo interno come quelle sul genere, sulla razza o sulla classe sociale. Migliora inoltre il tessuto sociale delle comunità urbane e rurali.
Tutto comincia a scuola — I servizi per la prima infanzia e le scuole svolgono un ruolo cruciale nel garantire a tutti i bambini l’accesso a cibi buoni, puliti e giusti, contribuendo a ridurre le disuguaglianze tra i bimbi di diverso status socio-economico. Un’adeguata educazione alimentare contribuisce inoltre allo sviluppo di quelle buone abitudini alimentari che, formatesi nei primi anni di vita dei bambini, li accompagneranno fino all’età adulta.
Ricostruiamo il collegamento tra le persone e il cibo — La cultura è un fattore base che svolge un ruolo fondamentale nell’influenzare le scelte alimentari dei cittadini e nel mantenere il legame con le tradizioni.
In un’epoca in cui il sistema di produzione globale tende a standardizzare gli alimenti più facilmente accessibili ai consumatori, il legame tra i cittadini e la loro cultura alimentare merita di essere ripristinato e salvaguardato. I sistemi alimentari sostenibili devono promuovere l’accesso a diete sane e sostenibili che siano anche culturalmente appropriate ed eterogenee.
Puliti
Rispettosi dell’ambiente
I sistemi alimentari sostenibili tutelano la salute del pianeta rispettandone i limiti: hanno a cura l’ambiente, il clima e la diversità biologica e culturale, tutti elementi fondamentali per la produzione alimentare.
Abbiamo bisogno dell’agroecologia — La chiave per un sistema alimentare sostenibile è la transizione da un’agricoltura industriale a una di tipo agroecologico. Promuovere l’agroecologia in Europa non è solo possibile, ma è necessario per la sicurezza alimentare a lungo termine.
Meno carne, più legumi — Un sistema alimentare che rispetti il pianeta richiede anche una drastica riduzione dell’allevamento intensivo e dello spreco alimentare e, quindi, il passaggio a diete a basso impatto che favoriscano gli alimenti a base vegetale e limitino le proteine animali alle sole provenienti da allevamenti sostenibili. Nei sistemi alimentari sostenibili gli animali dovrebbero essere allevati con metodi estensivi, che garantiscano il benessere loro e quello dell’ecosistema, riducendo le emissioni di CO₂.
Resilienti
I sistemi alimentari sostenibili sono resilienti, nel senso che sono capaci di adattarsi ai cambiamenti, di riprendersi velocemente da qualsiasi problematica e di reindirizzarsi verso risultati più sostenibili.
Sistemi alimentari solidi — Con l’aumento delle crisi economico-sanitarie e i cambiamenti climatici e geopolitici, oggi è ancor di più fondamentale che i sistemi alimentari siano in grado di adattarsi. L’agroecologia, che fa leva sulla biodiversità e sulle conoscenze degli agricoltori locali, può essere la soluzione per costruire sistemi alimentari più resilienti.
Più corta è la catena di produzione, migliore sarà il cibo — D’altro canto, sistemi alimentari locali basati su filiere di produzione più corte possono portare molti benefici agli agricoltori, ai cittadini e all’ambiente. Per esempio, eliminando alcuni degli step intermedi – se non tutti – tra produttori e consumatori, come la grande distribuzione e la vendita all’ingrosso. I produttori possono così tornare ad avere un ruolo da protagonisti nel sistema alimentare, lavorando all’interno di filiere che sono “indipendenti” dal sistema più grande, e in grado di affrontare meglio i cambiamenti.
Due piccioni con una fava — Le filiere corte garantiscono anche uno scambio più diretto tra consumatori e produttori e prezzi più equi per entrambi. Contribuiscono a ridurre lo spreco di cibo e l’impatto sull’ambiente legati alle filiere di produzione più lunghe.
Giusti
Corretti sul piano etico
I sistemi alimentari sostenibili dovrebbero riflettere i valori delle proprie società come la democrazia, la trasparenza, la solidarietà, l’uguaglianza, i diritti umani, l’inclusione, la giustizia fra le diverse generazioni e il benessere animale.
Riportare il rispetto dal campo alla tavola — I sistemi alimentari dovrebbero garantire la giustizia alimentare, cioè assicurare che tutte e tutti abbiano accesso a un cibo sostenibile e sano. Dovrebbero creare condizioni di lavoro che rispettino gli esseri umani e i loro diritti, riconoscere il ruolo cruciale dei produttori alimentari in tutta la filiera – dal campo alla tavola – e promuovere sistemi di allevamento che rispettino il benessere degli animali. Dovrebbero sostenere i gruppi di consumatori svantaggiati o economicamente vulnerabili.
Due pesi e due misure? No grazie — È importante assicurarsi, sia a livello nazionale che internazionale, che la sostenibilità di un sistema alimentare non venga raggiunta a scapito di altri, ma che si promuova una transizione giusta a livello globale. I sistemi alimentari dovrebbero produrre cibo sostenibile anche sul piano etico, incentivando la responsabilità di produttori e consumatori: per esempio prevedendo informazioni chiare per i consumatori, attraverso un’etichettatura trasparente e una pubblicità consapevole che consenta loro di fare scelte sostenibili.
Economicamente sostenibili
I sistemi alimentari sostenibili si basano su pari condizioni per tutti e su un quadro giuridico e finanziario che incentiva la produzione di alimenti sani e sostenibili.
Premiare i più giusti — Questi sistemi assicurano che le attività commerciali alimentari siano economicamente sostenibili e contribuiscano a rendere le economie più sane: creando posti di lavoro che garantiscono redditi sufficienti, aumentando le entrate dei lavoratori agricoli e alimentari e assicurando condizioni di lavoro adeguate. I produttori alimentari di piccola scala, spesso trascurati, devono ricevere adeguato sostegno.
Liberare gli agricoltori — In molte aree d’Europa, la centralizzazione e la perdita di infrastrutture regionali di filiera (come centri di lavorazione o macelli) ha reso gli allevatori e gli agricoltori sempre più dipendenti dai grandi acquirenti e ha minato la redditività delle aziende agroalimentari di piccola scala.
Non è giusto! — Nel frattempo, gli agricoltori di piccola scala sono di fatto esclusi da contratti di appalto pubblico potenzialmente vantaggiosi per ragioni di dimensioni, di prezzi e di processo. Fanno fatica a competere con commercianti e attori economici di grandi dimensioni in termini di procedure consolidate, di esperienza con le gare d’appalto, di capitale circolante e di accesso ai finanziamenti.
Pensa locale — Per rafforzare la sostenibilità e la diversità all’interno dei sistemi alimentari, dovrebbero prevalere le filiere corte che interessano un numero limitato di operatori impegnati nello sviluppo economico locale e nelle relazioni sociali. Si dovrebbero agevolare le imprese di piccola scala rispetto alle grandi industrie, ad esempio facilitandone l’accesso al mercato. I circuiti regionali mantengono il proprio valore aggiunto a livello locale e consentono prezzi corretti ed equi sia per gli agricoltori di piccola scala che per i consumatori.
Per saperne di più leggi il nostro documento di posizione
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