@ - Benedetto – non più Papa dal 2013 e scomparso a fine 2022, chiudendo l'era moderna dei due papi – continua a dividere. Come sempre al di là delle sue intenzioni. Ora non è in gioco la sua eredità spirituale, ma quella più terrena, fatta di soldi.
Non si sa quanti, ma probabilmente non sono pochissimi, visto quello che si sta sollevando tra Roma e la sua Baviera. La faccenda è emersa quando il suo storico segretario l'arcivescovo Georg Gänswein, domenica durante una Messa celebrata a Roma in ricordo di Benedetto XVI, ha rivelato la presenza di cinque cugini, che ora potrebbero dividersi l'eredità. Che sarebbe in un conto bancario (allo Ior?) ma la cui accettazione non è neutra. Già, perché contro il defunto papa emerito sono in ballo delle questioni giudiziarie. Si tratta di una causa di risarcimento danni intentata in Germania contro Ratzinger per l'accusa — peraltro respinta nettamente a suo tempo dal diretto interessato come «propaganda e pura speculazione» — di non essere intervenuto contro un prete pedofilo quand'era arcivescovo di Monaco, dal 1977 al 1982.
La questione ora è qui. Se i cugini accettassero l'eredità sarebbero tenuti a rispondere di un eventuale risarcimento, e chissà quale potrebbero essere la cifra, vista l'attenzione che in Germania solleva questo caso. Ma era noto che ci fossero tutti questi parenti in gioco? Il segretario sembra che lo sapesse, anche se pare fosse noto che la famiglia di Benedetto fosse molto numerosa, specie da parte materna, con parenti remoti dall'Alto Adige all'Australia, scrive il Corriere della Sera. L'iniziativa dovrà prenderla comunque il monsignore, ora esecutore testamentario, e verificare le volontà dei parenti riguardo all'eredità che, ha chiarito Gänswein, consiste solo in «ciò che può essere ancora presente nel conto bancario», non comprende né gli oggetti personali né, soprattutto, i diritti di autore dei libri, che rimarranno al Varicano e alla «Fondazione vaticana Joseph Ratzinger», nata nel 2010.
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